Ma che fine hanno fatto i poeti?
di Mario Coviello
Sabato 15
novembre 2014, alle 19,00.ad Atella, l’associazione culturale Chauta ha
presentato “ Il fiore delle meraviglie” il primo libro di poesie di Florenzo
Doino.
Lidia e
Nicola, gli animatori del circolo, hanno preparato per i loro ospiti una
atmosfera accogliente, originale, calda . Patrizia Carlucci e Mario Coviello
hanno presentato l’autore e Lidia ha raccontato Florenzo con le sue poesie e
ponendo domande.
Un pubblico
attento ha ascoltato e partecipato .Il verso ha aiutato a riflettere.
Ogni stagione si lascia indietro qualcosa: è
inevitabile, fisiologico, assolutamente sano. Però la poesia potevamo
tenercela. Siamo cresciuti in anni di festival poetici, pubblicazioni e
riviste che si occupavano della
produzione in versi. In qualche modo gli italiani, anche quelli meno
attenti alla storia della letteratura, sentivano che la poesia era l’anima del
paese. Poi, poco alla volta, la poesia non ha trovato
più posto.
Con “ Il
fiore delle meraviglie” ,Florenzo Doino mostra la sua capacita' di ascolto dei
più' semplici,degli anziani che tanto lo affascinano,dei poveri e gli anni di
guardia medica lo hanno temprato alla cura del dolore,della paura,dell'ansia,
della depressione.
Come argine
alle bufere,racconta nei suoi versi dei migranti,dei morti per il lavoro, degli
sfruttati e canta la sua rivoluzione. Il
sole che lo illumina e' quello della giustizia e dell'uguaglianza.
Florenzo
Doino con le sue poesie non si stanca di
raccomandarci di progettare,costruire il cambiamento.
Nella
presentazione del suo libro ad Atella ha raccontato la sua militanza civile e politica e ripreso quella vocazione
lirica, ma anche civile, di Pasolini,
Fortini, Caproni, di quei maestri del verso e del pensiero poetante.
Per i
giovani sono forse i rapper, i
cantautori che provano a rinserrare in
uno slogan un vago desiderio di felicità. Con Florenzo Doino e il suo “ Il fiore della meraviglia” ricordiamo a
noi stessi che la poesia difende la
lingua, accoglie amorosamente il senso della bellezza, apre spazi
mentali e sentimentali, insegna a guardare e a commuoversi, a legare cose
lontane in un’unità luminosa.
Cinquantasette componimenti brevi, non rimati.
Parole come macigni, gravi per suono e significato. Interrogativi ideali e
sostanziali, scorci di vite, solidarietà con gli ultimi, verità, libertà.
Con le poesie di Florenzo Doino facciamo memoria dei nostri giorni e di
questo gli siamo grati perché «Un'epoca - quella in cui si vive - non si
respinge, si può soltanto accoglierla “.
Bella 16 novembre 2014