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lunedì 17 novembre 2014

MA CHE FINE HANNO FATTO I POETI?


Ma che fine hanno fatto i poeti?

di Mario Coviello

Sabato 15 novembre 2014, alle 19,00.ad Atella, l’associazione culturale Chauta ha presentato “ Il fiore delle meraviglie” il primo libro di poesie di Florenzo Doino.

Lidia e Nicola, gli animatori del circolo, hanno preparato per i loro ospiti una atmosfera accogliente, originale, calda . Patrizia Carlucci e Mario Coviello hanno presentato l’autore e Lidia ha raccontato Florenzo con le sue poesie e ponendo domande.

Un pubblico attento ha ascoltato e partecipato .Il verso ha aiutato a riflettere.

 Ogni stagione si lascia indietro qualcosa: è inevitabile, fisiologico, assolutamente sano. Però la poesia potevamo tenercela. Siamo cresciuti in anni di festival poetici, pubblicazioni e riviste che si occupavano della  produzione in versi. In qualche modo gli italiani, anche quelli meno attenti alla storia della letteratura, sentivano che la poesia era l’anima del paese.  Poi, poco alla volta,  la poesia non ha  trovato  più posto.

Con “ Il fiore delle meraviglie” ,Florenzo Doino mostra la sua capacita' di ascolto dei più' semplici,degli anziani che tanto lo affascinano,dei poveri e gli anni di guardia medica lo hanno temprato alla cura del dolore,della paura,dell'ansia, della depressione.

Come argine alle bufere,racconta nei suoi versi dei migranti,dei morti per il lavoro, degli sfruttati e canta la sua rivoluzione. Il  sole che lo illumina e' quello della giustizia e dell'uguaglianza.

Florenzo Doino con le sue poesie  non si stanca di raccomandarci di progettare,costruire il cambiamento.

Nella presentazione del suo libro ad Atella ha raccontato la sua militanza  civile e politica e ripreso quella vocazione lirica, ma anche civile,  di Pasolini, Fortini, Caproni, di quei maestri del verso e del pensiero poetante.

Per i giovani  sono forse i rapper, i cantautori  che provano a rinserrare in uno slogan un vago desiderio di felicità. Con Florenzo Doino e il  suo “ Il fiore della meraviglia” ricordiamo a noi stessi che la poesia difende la lingua, accoglie amorosamente il senso della bellezza, apre spazi mentali e sentimentali, insegna a guardare e a commuoversi, a legare cose lontane in un’unità luminosa.

 Cinquantasette componimenti brevi, non rimati. Parole come macigni, gravi per suono e significato. Interrogativi ideali e sostanziali, scorci di vite, solidarietà con gli ultimi, verità, libertà.

Con le poesie di Florenzo Doino  facciamo memoria dei nostri giorni e di questo gli siamo grati perché «Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla “.

Bella 16 novembre 2014