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domenica 22 febbraio 2015

INVERNO COPTO 2015

Sull' Ara,
la lama
come per gli agnelli,
in nome di Qualcuno,
le Acque tinge
di rossi coaguli dei fratelli.
C'è sempre un manto sdrucito.
Angoscia e sangue ospita,
consola,conforta
e lacrime inaridisce
di copti e sottomessi,
innocenti e marginali,
migranti e resistenti.
Presto,
lo straccio rosso fuoco,
spiraglio dell' Umanità,
garrirà al vento.
Allora in nome di Qualcuno
nessun truciderà.
Florenzo Doino

martedì 10 febbraio 2015

INTERVISTA AGOSTO 2014

INTERVISTA A CURA DELLO STUDENTE LUCIO DI NICOLA
 
-A quale movimento letterario/storico/culturale crede di appartenere, o di condividere maggiormente gli ideali?
Oggi appartengo al movimento internazionalista che si propone di trasformare il sistema capitalistico su cui, purtroppo, é fondata la società mondiale con i suoi rapporti disuguali, violenti ed ingiusti; i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti. Da una parte fame, miseria, sete, malattie e morte per milioni e milioni di esseri umani ad ogni latitudine; dall' altra pochissime migliaia di persone che detengono la ricchezza sociale prodotta dalle masse immense. Questo movimento appartiene alla tradizione gloriosa e rivoluzionaria del movimento operaio che fu di Lenin, Trotschj e Gramsci, prima che venisse sconfitto dalla controrivoluzione stalinista. Grazie a questo grandioso movimento mondiale l' umanità intera, pur non raggiungendo l 'obbiettivo della sua liberazione dall' oppressione, ha fatto salti incredibili verso la conquista dei diritti.
Da un punto di vista strettamente letterario non spetta a me inquadrare la mia piccola opera in un movimento letterario o culturale.
In merito posso dire che attualmente mi sento vicino ai movimenti artistici che lottano contro il potere globale additando ai popoli ed agli oppressi la strada della lotta internazionale al di là di ogni discrimine religioso e di razza.
A tal riguardo ti segnalo che nel 2011, in Colombia, è nato il World Poetry Moviment (il movimento poetico mondiale) a cui hanno aderito almeno 199 festival internazionali di poesia, 1233 poeti da 134 paesi.
Un movimento che dice di dichiararsi in ribellione contro la triste storia dell’umanità. Nel manifesto costitutivo si legge: Noi ci opponiamo alla storia guerrafondaia delle civilizzazioni barbare che hanno prodotto cento milioni di morti grazie alla cosiddetta evoluzione umana sulla terra.
Sono diverse le manifestazioni che questo Movimento sta portando avanti nelle piazze e nelle strade in questi anni.
Se invece rileggo gli autori del passato apprezzo tantissimo il poeta recanatese Giacomo Leopardi per il suo messaggio universale di unità e Wladimir Majakowscki, il poeta cubo-futurista della rivoluzione bolscevica (1917) per il suo bellissimo contributo critico dato alla realizzazione della rivoluzione stessa.

-Come definirebbe la sua poetica ?
Anche per questa domanda dovrebbero essere i lettori a commentare, a “criticare”.
Sicuramente si tratta di una poesia militante che parte dal proprio vissuto, dall' osservazione del mondo che ci circonda fatto di ingiustizie ed inumanità, dalle meditazioni notturne e giornaliere.
Il fine, quasi naturale direi, è la condivisione di un messaggio internazionalista, depurato da aspetti intimistici che poco possono interessare gli altri.
Potrei definirla come una poesia senza tempo, senza luoghi precisi e quindi di proprietà collettiva. Allora, lascio volentieri la parola ai lettori.

-Come uomo di scienza crede in Dio?
Non credo nel Dio che parla attraverso i libri sacri come la Bibbia ed il Corano. Avendoli, in parte, letti li ritengo testi di grande saggezza e sapienza anche se, a tratti, un grande insieme di norme e di precetti inspiegabili e datati. Di più, non condivido neanche una virgola delle istituzioni e degli uomini che hanno la pretesa di stabilire vincoli sacri che uniscono l' uomo all' idea di onnipotente così come non condivido ed avverso la loro pretesa di considerarsi i depositari della difficile interpretazione di questi testi. Nella bimillenaria storia delle religioni monoteiste i religiosi si sono opposti alle teorie che dopo secoli si sono dimostrate giuste anche se antitetiche alle teorie dei testi sacri stessi. Ovviamente non condividere non significa “condannare” o non rispettare chi dedica la sua esistenza alla ricerca di un principio ispiratore e creatore del sistema in cui nasciamo e moriamo. Anzi. Proprio come uomo che si occupa del benessere del genere umano sia dal punto di vista della salute che dal punto di vista sociale credo moltissimo nella ricerca. Nei suoi formidabili risultati che fanno compiere salti enormi all' umanità intera; nella sua capacità di saziare l' incontenibile bisogno di conoscenza. E proprio il credere nella incessante ricerca mi pone distante dall' Ateismo nella sua forma cosiddetta attiva.... D'altra parte alcune mie poesie cantano questo umanissimo bisogno. Credo che nella rilettura di “alla ricerca” troverai la risposta alla tua domanda.
Potrebbe scegliere alcune delle poesie presenti nel Fiore della meraviglia, elencando per ciascuna:
1. la morale,
2. a quale evento storico-sociale fà riferimento,
3. la fonte d'ispirazione (eventi, sentimenti, oggetti, visioni, odori, sapori)
4. Quali stati d'animo hanno guidato la stesura della poesia.

Quanto mi chiedi é molto impegnativo. Ogni singola poesia meriterebbe almeno tante pagine quante il volumetto che hai appena letto.
Domandi qual è la morale per ogni singola poesia. Vorresti conoscere, se mi par di comprendere bene, qual é l' insegnamento che intendo diffondere?
Non ho questa pretesa se non il desiderio fortissimo di condividere con gli altri, sotto forma di versi, riflessioni e meditazioni pressoché quotidiane. Certo non tutte le poesie sono il portato di questa attività incessante.
Chiedi pure quali sono gli eventi storici e non solo che innescano l' “ispirazione”.
Alcune sono legate a momenti particolari della vita come la perdita degli amici o di conoscenti. Altre indubbiamente fanno riferimento ad episodi grandi e piccoli, vecchissimi e recenti.
Con una mia poesia inedita spero di illustrare cos' è per me la poesia: “la poesia é l' opera mirabile , di martello e scalpello, dell' artigiano analfabeta.”
Allora ecco la semplice commento ad alcune poesie scelte a caso.

Il Bastimento
E' l' uomo, la comunità umana che vive la sua esistenza come in un Oceano, a volte calmo, a volte tempestoso, che ricerca e si ripara dalle avversità, che svolge con difficoltà tutte le sue attività ma non si arrende. E' la parte migliore del mondo che ambisce al bene, ad un futuro luminoso che non può essere altro che l' orizzonte. Questa poesia é il frutto delle mie meditazione notturne e quotidiane dell 'intera esistenza.
Esule
E' quella sensazione che molti provano quando registrano le profonde trasformazioni che inevitabilmente si verificano negli ambienti cari da sempre. Trasformazioni che spesse volte non si accettano perché inspiegabili quando non determinate dalla sete di profitti o dal disprezzo della memoria storica o dalla mancanza di amore del bello. Sono perciò foriere della sensazione di esule in casa propria. Bella, il nostro paese, con il dopo-terremoto del 1980 ha subito una “mutazione genetica” dal punto di vista sociale ed urbanistico, né agricolo e né artigiano, ne moderno e né antico, ha contribuito ad ispirare questa poesia.
La colonna
Le immagini quotidiane di milioni di uomini donne e bambini che marciano stanchi, affamati ed assetati dall' Africa, dall' Asia e dalle Americhe mi hanno indotto a riflettere su quanto ingiusto sia il mondo in cui viviamo. Lo studio della storia del colonialismo e dell' era pre-colombiana mi hanno
fatto comprendere che tutto il bene che l' occidente ostenta é stato realizzato con la rapina e la violenza ai danni delle popolazioni d' Africa e delle Americhe.

Reduce
La conoscenza ed i racconti di alcuni soldati mutilati dal freddo della campagna di Russia (1940/45) mi hanno consentito di scrivere questa poesia che ci richiama all' onestà intellettuale, a non cambiare la verità dei fatti. Chi ha mandato a morire di congelamento più di 80.000 giovani nella steppa russa senza equipaggiamento?
La sofferenza del reduce ci condanna a dire sempre la verità contro i revisionismi.

Delusione
E' una poesia concatenata all' esule esprime la sofferenza nell' abbandonare il luogo natio e la delusione dovuta all' impotenza delle promesse di realizzare qualcosa di nuovo al ritorno. Dall' età di sei anni ho “portato i monti” con me nella città di Napoli ed ho vissuto queste emozioni.
Ricerca
E' il fine della mia esistenza, conoscere per saziare il bisogno incontenibile di ogni essere umano. Ma la ricerca non deve essere mai superficiale, mai fermarsi al fenomeno, a ciò che appare.
La parola
Dicono che parlo molto ed é verissimo. Credo molto nella parola purché non sia esclusivamente esercizio retorico. Raccomando di utilizzarla sempre e se necessario di prendersela. La ritengo così potente e benefica ché può attraversare gli oceani.
Speranza
Una ragazza triste mi ha ispirato “speranza”. Credo molto nelle possibilità di ripresa e di cambiamento di ognuno di noi. Sono sicuro che quella ragazza volesse leggere questa poesia. Spero che abbia ricevuto un po' di conforto.
Dignità
E' esattamente quello che penso. Credo di non essere solo. Cerco di informare la vita di tutti i giorni al messaggio di “dignità”. Avrei potuto dedicare la poesia a Mandela ed a tutti i combattenti che mai si piegano dinanzi al potere ed alle sue lusinghe.
Pietas e Di più
il continuo contatto con gli ammalati e con la povertà ha fatto si che condividessi con gli altri il mio concetto di pietà.
Unione
Solo gli uomini o almeno solo gli uomini potenti e di potere vivono soli. Il resto, gli inumani, vivono insieme, in equilibrio perfetto con la natura svolgendo alla perfezione il compito di riprodurre la propria specie. La poesia é scaturita dalla visione di documentari e letture del mondo animale oltre che dalle mie convinzioni sulla necessità di vivere insieme.
Io sono un somaro
Un anziano amico mi ha convinto che il somaro é un grande e bello animale, elencandomi tutte le sue qualità. Il fatto che sia disubbidiente e che tenga a distanza i lupi dal gregge mi affascina molto.
Senza soma
Chi é abituato ad applicarsi poco pensa ad abbuffarsi. E' talmente banale che non riesce ad utilizzare appieno i suoi sensi.

domenica 8 febbraio 2015

LA SERATA DI RIONERO IN VULTURE A CURA DI MARIO COVIELLO

LA SERATA DI RIONERO IN VULTURE A CURA DI MARIO COVIELLO
Presentato a Rionero in Vulture il libro del bellese Florenzo Doino, intitolato "Il fiore della meraviglia"
Il Circolo Casa 28 di Rionero in Vulture e il Comitato Palestina Libera del Vulture Melfese hanno presentato , sabato 8 febbraio, presso la sede del circolo in Rionero in Vulture, il libro di poesie
“IL FIORE DELLA MERAVIGLIA”. Laurita editore, di Florenzo Doino. La prof. Anna Rosa, e il dirigente scolastico Mario Coviello, con il coordinamento del prof. Giuseppe Chieppa hanno analizzato con pubblico attento e partecipe di giovani studenti, animatori culturali e intellettuali impegnati, le poesie del dottor Doino. Dopo la presentazione de “ Il fiore della meraviglia” a Bella ed Atella, nell’incontro la professoressa Anna Rosa ha ribadito la necessità della poesia di impegno civile per combattere la violenza e il terrorismo che contraddistingue questi primi giorni del 2015. “ Quanto è avvenuto a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo- ha detto- quanto avviene in Palestina, Siria, Libano, Ucraina, in Africa richiede la mobilitazione delle coscienze e la presa in carico dei diritti dei più deboli. Con la lettura partecipe di Silvana Ciampa e Lidia Trama il “ Fiore della meraviglia” ha raccontato gli sbarchi dei migranti, il terremoto dell’Aquila, il dramma del conflitto israelo-palestinese, i lavoratori morti nelle miniere, la morte di Federico Aldrovandi, la detenzione ela liberazione di Mariem. “In un tempo come quello in cui stiamo vivendo, nel quale fioccano poesie intimiste che cercano di distrarci dalle problematiche del nostro tempo, Florenzo Doino ha avuto la capacità di riportarci alla realtà delle cose, a volte cruda e al tempo stesso semplice, altre volte dolce e piena di speranza”,ha commentato il professor Coviello. Quello che il pubblico del circolo ARCI 28 di Rionero ha ritrovato nelle poesie di Florenzo Doino è proprio questo: una verità che cerca di fissare ciò che accade a tutti gli uomini in qualsiasi momento e luogo. “Ogni poesia può essere rapportata ad ognuno di noi,- ha detto il professor Chieppa - “ alla nostra situazione attuale, al nostro passato oppure a quello che potremmo sperare o temere per il nostro futuro.” Una particolarità della poesia di Florenzo Doino, è la capacità di far dialogare passato e presente. Oltre che attraverso il significato delle parole, lo fa con l’uso delle stesse. Si tratta, come viene definito da Oreste Lo Pomo nell’introduzione, “di versi che sembrano riemergere da un passato obsoleto ma che, invece, pur in una dimensione epica non perdono la loro attualità”. Il pubblico ha apprezzato la poesia di una persona sensibile, che anche da “esule in patria”, come egli ama definirsi in una delle sue liriche, non cessa di guardare al mondo esterno, agli altri, e ai loro problemi reali. Florenzo Doino con i suoi versi non cessa di spiare nei loro vissuti, spinto da una empatia tutta umana, dal prendersi cura dell’altro, dalla compartecipazione ai drammi e al dolore di un’umanità marginale e offesa ogni giorno dall’egoismo e dall’indifferenza dei più.
                                                                                                                                      Mario Coviello

IL FIORE DELLA MERAVIGLIA A RIONERO IN VULTURE PER LA PALESTINA LIBERA

LA RELAZIONE DELLA PROFESSORESSA ANNA ROSA A RIONERO IN VULTURE (07/02/2015
Siamo sempre contenti di presentare un libro, che è LUOGO di dialogo, non oggetto d'arredo o di snobismo. C'è un pregiudizio diffuso nei confronti della poesia e di chi la coltiva e l'apprezza: i poeti sarebbero sognatori, illusi, idealisti incapaci di azioni concrete nel sociale, Insomma, sarebbero “esuli nella loro patria”. E invece i poeti “scandagliano gli abissi” e “rovistano il firmamento” senza il chiasso volgare e sguaiato di chi cerca facili consolazioni e spiegazioni. I poeti non sono affatto rassegnati all' agonia del pensiero e al trionfo dell'apatia! Anzi, sono quelli che lavorano per “la felicità al potere” per citare il titolo del libro scritto dal presidente uruguayano Pepe Mujica, che ha 78 anni e un cuore di fanciullo, per la passione tenace con cui esercita il suo ruolo. Mujca dice che chi passa davanti a un paesaggio e non lo vede è destinato all'infelicità e che l'ingrediente per la felicità è il tempo, tempo per vedere e riflettere e sognare...i sogni, paradossalmente, ci tengono svegli e ci incitano all'azione e all'impegno, dice Florenzo. Frequente, in queste poesie, è il richiamo alla pazienza, che non è associata alla rassegnazione, perché “lo straccio ci consola” anche per solo il fatto che riusciamo a vederlo! E allora, se le teorie economiche, politiche e sociali sono “gomme lisce nella neve, solo la poesia ha le catene” (F. Arminio), perché la scelta delle parole (la loro disposizione, la loro precisione) richiede uno sforzo, una cura, una passione che salva la bellezza dei termini ormai considerati desueti dalla rozza smania di semplificare e abbrutire pensieri e sentimenti. Ben vengano, allora, termini come “stracco, quassare, desco, vergare, mandamento” mescolati abilmente a termini più comuni per restituire dignità agli invisibili e agli ultimi, non certo per esibire una vuota e stanca erudizione! Anche la cronaca, nazionale ed internazionale, è degna di entrare nei testi poetici per sottrarla alla scadenza breve, all'amnesia di massa, senza la pretesa di mitizzarla, ma per interpretarla e pesarla e presentarla alle nostre coscienze che non si interrogano più su nulla che non riguardi la nostra meschina sopravvivenza e illusoria autosufficienza!
Incuriosita dal titolo della raccolta (“meraviglia” ha un significato etico, non estetico), che compare nella poesia “Agave”, ho cercato di saperne di più sulle caratteristiche di questa pianta. Nonostante l'origine esotica (America centrale), si è adattata a vivere nei nostri climi; e quando le foglie cominciano a seccare, dal fusto esce un fiore altissimo (può raggiungere i 9 metri di altezza). Quasi tutte le specie dell'agave sono monocarpiche, cioè fioriscono una sola volta nella loro vita, e poi muoiono. E altrettanto sorprendente è che i suoi frutti non sono utili per la riproduzione, perché l'agave si riproduce dai germogli basali;il suo futuro non è nei frutti ma vicino alle radici, dove germogliano i rampolli, dalle cicatrici...La sua forma, elegante ma sobria, la sua presenza discreta. la sua resistenza dignitosa alla crudeltà degli agenti atmosferici la rendono un simbolo, antico e quindi eterno, di partecipazione senza competizione, di resistenza eroica al dolore, perché la compattezza e la coesione delle foglie sono un monito alla solidarietà che salva il mondo dalla barbarie. I poeti non hanno la presunzione di cambiare il mondo con magiche pozioni, ma se anche un pessimista come I. Svevo diceva che “fuori della penna non c'è salvezza”, allora anche i poeti hanno il difficile compito di identificare l'inferno e renderlo visibile a tutti, perché o tutti insieme saremo in grado di vederlo o nessuno, da solo, lo potrà evitare! Anche questo ci insegna Florenzo: è una falsa consolazione, un misero conforto, un'ipocrisia insopportabile quella di chi sceglie opportunisticamente chi e cosa amare! Anche Elsa Morante denunciò la deriva teppistica dei sentimenti: “Ah, è un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te!”. Grazie, Florenzo, per la generosità e la sensibilità che hai condiviso con noi!
Anna Rosa