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domenica 8 febbraio 2015

LA SERATA DI RIONERO IN VULTURE A CURA DI MARIO COVIELLO

LA SERATA DI RIONERO IN VULTURE A CURA DI MARIO COVIELLO
Presentato a Rionero in Vulture il libro del bellese Florenzo Doino, intitolato "Il fiore della meraviglia"
Il Circolo Casa 28 di Rionero in Vulture e il Comitato Palestina Libera del Vulture Melfese hanno presentato , sabato 8 febbraio, presso la sede del circolo in Rionero in Vulture, il libro di poesie
“IL FIORE DELLA MERAVIGLIA”. Laurita editore, di Florenzo Doino. La prof. Anna Rosa, e il dirigente scolastico Mario Coviello, con il coordinamento del prof. Giuseppe Chieppa hanno analizzato con pubblico attento e partecipe di giovani studenti, animatori culturali e intellettuali impegnati, le poesie del dottor Doino. Dopo la presentazione de “ Il fiore della meraviglia” a Bella ed Atella, nell’incontro la professoressa Anna Rosa ha ribadito la necessità della poesia di impegno civile per combattere la violenza e il terrorismo che contraddistingue questi primi giorni del 2015. “ Quanto è avvenuto a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo- ha detto- quanto avviene in Palestina, Siria, Libano, Ucraina, in Africa richiede la mobilitazione delle coscienze e la presa in carico dei diritti dei più deboli. Con la lettura partecipe di Silvana Ciampa e Lidia Trama il “ Fiore della meraviglia” ha raccontato gli sbarchi dei migranti, il terremoto dell’Aquila, il dramma del conflitto israelo-palestinese, i lavoratori morti nelle miniere, la morte di Federico Aldrovandi, la detenzione ela liberazione di Mariem. “In un tempo come quello in cui stiamo vivendo, nel quale fioccano poesie intimiste che cercano di distrarci dalle problematiche del nostro tempo, Florenzo Doino ha avuto la capacità di riportarci alla realtà delle cose, a volte cruda e al tempo stesso semplice, altre volte dolce e piena di speranza”,ha commentato il professor Coviello. Quello che il pubblico del circolo ARCI 28 di Rionero ha ritrovato nelle poesie di Florenzo Doino è proprio questo: una verità che cerca di fissare ciò che accade a tutti gli uomini in qualsiasi momento e luogo. “Ogni poesia può essere rapportata ad ognuno di noi,- ha detto il professor Chieppa - “ alla nostra situazione attuale, al nostro passato oppure a quello che potremmo sperare o temere per il nostro futuro.” Una particolarità della poesia di Florenzo Doino, è la capacità di far dialogare passato e presente. Oltre che attraverso il significato delle parole, lo fa con l’uso delle stesse. Si tratta, come viene definito da Oreste Lo Pomo nell’introduzione, “di versi che sembrano riemergere da un passato obsoleto ma che, invece, pur in una dimensione epica non perdono la loro attualità”. Il pubblico ha apprezzato la poesia di una persona sensibile, che anche da “esule in patria”, come egli ama definirsi in una delle sue liriche, non cessa di guardare al mondo esterno, agli altri, e ai loro problemi reali. Florenzo Doino con i suoi versi non cessa di spiare nei loro vissuti, spinto da una empatia tutta umana, dal prendersi cura dell’altro, dalla compartecipazione ai drammi e al dolore di un’umanità marginale e offesa ogni giorno dall’egoismo e dall’indifferenza dei più.
                                                                                                                                      Mario Coviello

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