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martedì 26 agosto 2014

IL FIORE DELLA MERAVIGLIA: INTERVENTO DELLA DOTTORESSA MIRIAM SABATO. 12/08/2014 PRESENTAZIONE

INTERVENTO DELLA DOTTORESSA MIRIAM SABATO.
12/08/2014
PRESENTAZIONE
Era un sabato mattina d’agosto, quando ho iniziato a scrivere per parlarvi del libro di poesie di Florenzo e mi sono chiesta come farvi comprendere, al meglio, quello che potreste trovare tra le righe di questo manoscritto. E per farlo capire a voi, ovviamente, ho dovuto chiedere prima a me stessa cosa mi ha lasciato Florenzo Doino con le sue parole.
Da giornalista, come invece faccio di solito, non ho fatto molte domande all’autore sul suo libro perché volevo mettermi nei panni di una qualsiasi lettrice comune che prende un volume, lo legge e ne trae la sua interpretazione. E la poesia ha il privilegio, molto più di qualsiasi altra forma di scrittura, di far vagare la mente negli spazi e nel tempo, e di raccogliere come in un viaggio le immagini dall’angolazione della propria esistenza.
In un periodo, quello in cui stiamo vivendo, dove fioccano poesie intimiste e che cercano, come dire, di distrarci dalle problematiche del nostro tempo, Florenzo ha avuto la capacità di riportarci alla realtà delle cose, a volte cruda e al tempo stesso semplice, altre volte dolce e piena di speranza.
Lo scrittore spagnolo Javier Cercas, in un articolo pubblicato su La Stampa dal titolo “La sfida della poesia al potere”, spiega che Aristotele affermava che non esiste una sola verità bensì due: la verità della storia e la verità della poesia. Sono due verità opposte: la verità della storia è una verità dei fatti, concreta, particolare, una verità che cerca di fissare quanto accaduto a determinate persone in un determinato momento e luogo; al contrario, la verità della letteratura è una verità morale, astratta, universale, una verità che cerca di fissare ciò che accade a tutti gli uomini in qualsiasi momento e luogo. Dunque, scrivere romanzi o poesie, scrive ancora Cercas, consiste nel tradire la verità fattuale e concreta della storia per essere fedele alla verità morale e universale della letteratura, una verità che lo stesso Aristotele considerava superiore alla verità storica.
Ecco, quello che ho ritrovato nelle poesie di Florenzo è proprio questo: una verità che cerca di fissare ciò che accade a tutti gli uomini in qualsiasi momento e luogo. Ogni poesia può essere rapportata ad ognuno di noi, alla nostra situazione attuale, al nostro passato oppure a quello che potremmo sperare o temere per il nostro futuro.
Anche le stesse poesie, che rimandano palesemente ad una persona come “A Federico” o ad un luogo come “La Spianata”, possono portarci alla domanda: Dov’ero io in quel momento? O ancora come ho appreso la notizia? E ancora meglio cosa ho fatto per apportare una nota positiva a quella situazione?
Dunque, anche poesie descrittive, che non portano a fare voli pindarici sui sentimentalismi possono essere personali e introspettive.
Quando Florenzo mi ha proposto di partecipare alla presentazione del suo libro, ho accettato volentieri oltre che per stima della sua persona - un medico preparato, una persona impegnata politicamente, un padre che adora le sue figlie, gli ho detto di sì anche perché avevo avuto modo di leggere alcune delle sue poesie. E perché in quelle poesie ho rivisto me stessa, il nostro Paese, e il mio lavoro.
In una delle telefonate intercorse tra noi, in una domenica di luglio, ci ha tenuto a raccontarmi alcune delle storie celate dietro a quelle poesie. Ho notato la passione con la quale, senza vergogna, mi ha parlato dell’impotenza, del coraggio, della paura, della speranza intrise dentro quelle parole poi trasformate in poesia. Ho avuto il privilegio di conoscere lo stato d’animo dell’uomo che diventa poeta.
Leggendo il libro, ho pensato di raccontarvi attraverso le immagini, quello che hanno rappresentato per me, e in parte anche per Florenzo, i suoi scritti. Tra poco quindi vedrete un video su una selezione di poesie che riportano alla realtà e all’attualità di quello che è accaduto e che sta accadendo in questo secolo: gli sbarchi dei migranti, il terremoto dell’Aquila, il dramma del conflitto israelo-palestinese, i lavoratori morti nelle miniere, fino ad arrivare alle storie di persone che hanno riempito le pagine dei giornali come la morte di Federico Aldrovandi e la cattura e poi liberazione di Mariem arrivata in Italia proprio qualche settimana fa.
Un’ultima, ma non meno importante particolarità della poesia di Florenzo, è la capacità di far dialogare passato e presente. Oltre che attraverso il significato delle parole, lo fa con l’uso delle stesse. Si tratta, come viene definito da Oreste Lo Pomo nell’introduzione, “di versi che sembrano riemergere da un passato obsoleto ma che, invece, pur in una dimensione epica non perdono la loro attualità”. Usando, anche una terminologia familiare, a Florenzo, e prendendo in prestito le parole di Paolo di Stefano sul Corriere della Sera, “mostra la differenza tra il parlare dell'attualità e l'incidere il bisturi attualissimo della parola dentro la vita”.
Per concludere, non posso tralasciare quello che è intriso in ogni parola scelta con accuratezza da Florenzo: il suo impegno politico. Nella postfazione Marco Ferrando scrive che gli è difficile distinguere in Florenzo Doino il comunista e la persona e credo che, questo valga per molte persone che lo conoscono. La sua poesia è una denuncia alle ingiustizie che ci circordano.
Nel 2011, in Colombia, è nato il World Poetry Moviment (il movimento poetico mondiale) hanno aderito almeno 199 festival internazionali di poesia, 1233 poeti da 134 paesi. Un movimento che dice di dichiararsi in ribellione contro la triste storia dell’umanità. Nel manifesto costitutivo si legge: Noi ci opponiamo alla storia guerrafondaia delle civilizzazioni barbare che hanno prodotto cento milioni di morti grazie alla cosiddetta evoluzione umana sulla terra.
Sono diverse le manifestazioni che questo Movimento sta portando avanti nelle piazze e nelle strade in questi anni.
Ecco quanto la poesia può essere rivoluzionaria e quanto Florenzo faccia parte di questa rivoluzione.
Non mi resta oltre che complimentarmi ancora con Florenzo, ringraziarlo per il suo invito e augurarvi una buona e attenta lettura.
Miriam Sabato

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