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sabato 18 gennaio 2014

JE SUIS...


Sei le mani colorate ed incatenate del Sudoriente,

serrate, al cielo levate.

 
Quando i bagliori ricatturi,

di carbone è il tuo volto stremato,

fischiante e sibilante
a mercede delle battaglie ardenti.

 

Con la bocca dipingi e ci incanti,
 con piedi melodiosi al cuor domandi.


Da ultimo vuoi riscattare anche il penultimo
e del sardonico non ti curi.

 
Il manto sdrucito le lacrime inaridisce,

coaguli rossi accoglie,
canti accorda
ed al vento garrisce.

 Viali, piazze, balconi, mari ed alberi colori.

 I custodi insonni domandano:

chi è costui?

La gravida prontamente risponde:

Io sono……
FLORENZO DOINO

1 commento:

  1. Il poeta ancora una volta gioca sull'allitterazione, questa volta meno dura, più musicale e sinestesicamente colorata. La potenza dell'essere che non si nasconde ma con forza si mostra ai sensi: alla vista, all'udito, al tatto. Belle le immagini che evoca, positivo il messaggio di vita.
    Nel complesso la sua è una poesia combattente, militante, non contemplativa ma attiva, che incita all'azione ed è essa stessa azione. Il poeta inneggia alla vita attraverso immagini di distruzione. Anzi, va oltre: non solo la vita ma la rivoluzione, il cambiamento. E chiama alla rivoluzione fornendo premesse e strumenti, con parole massive, e per la massa.

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